Il mio amore per il cinema nasce con Otto e mezzo di Federico Fellini, visto quando avevo all’incirca 12 anni. Molto presto, perché mio padre era un appassionato di cinema e mi costringeva a lunghe sedute di visione di film.
Scavando nella mia memoria, e cercando di ricordare l’impressione della prima volta di un filmguardato molte volte, mi rendo conto che la cosa che più mi rimase impresso fu il suono. Non la musica, ma il suono: la tonalità della voce di Mastroianni, i rumori, i suoni che circondano l’ambiente e che aiutano a creare quell’atmosfera che ormai si può facilmente chiamare “felliniana”. Posso aggiungere l’efficacia sul mio immaginario della scena iniziale, la famosa scena del traffico. Quella immagine si è impressa nella mia mente e ha guidato molte delle mie percezioni sul cinema, ma anche sull’assorbimento della nostra vita in una realtà sempre più tecnologizzata.