Io sono davanti la Tv e c’è questa meravigliosa vallata verde in Technicolor che separa la Germania dalla Svizzera. Steve McQueen sfreccia su una Triumph Special 650 inseguito dai nazisti. La frontiera è a pochi metri. Si ferma un istante. Quindi prende la rincorsa, salta sopra la prima barricata, ma scivola malamente e resta impigliato nel filo spinato. Qui però avviene qualcosa di incredibile. Prima di alzare le braccia e arrendersi, batte il palmo della mano sul serbatoio della Triumph, come a ringraziarla di avercela messa tutta. Anche se la musica di Bernstein si rattrista, lui sembra comunque soddisfatto della corsa. Come direbbe Michael Wood (che avrei letto molti anni dopo), è un gesto “elegantemente eccessivo”. Cioè ridicolo in un romanzo, a teatro, e comico in un film con pretese artistiche. Ma assolutamente perfetto in “The Great Escape”. Non è vita, non è arte, realismo e nemmeno fantasia. Ma una zona “autorizzata di irrealtà”, cucita su misura per Steve McQueen. Dove è “tutto eccessivo ed è tutto a posto”.

0