Presto fatta, la perorazione: opera-meteora il cui sconcertante bagliore l’esistenza fugace di Mambety preserva incorrotto. Esaltata, rimossa, carsica. Ma, dell’incontro, persiste il respiro metamorfico delle sue immagini, nel loro snodarsi disteso o nella brutalità dell’aggressione. Erranti, trasportate dalla violenza del desiderio e dei rapporti di forza, dalla limitatezza dei presenti, dall’eclisse imminente della gioventù. Prendono corpo nella pregnanza dell’elisse, che rifugge la sua riduzione evenemenziale ma palpita nella lucidità politica dei suoi nessi, epifanicamente rivelatrice delle correnti, storiche e soggettive, che attraversano, nutrono e trascinano.