Un viaggio sugli espressi notturni che attraversano l’Italia con il loro carico di lavoratori costretti a spostarsi da sud a nord per trovare occupazioni precarie. Un susseguirsi di volti e di voci la cui forza sta non solo (o non tanto) nelle parole pronunciate, ma nel loro suono, nell’incertezza di un italiano che si infrange nella polifonia di molteplici lingue e dialetti. Storie di persistenze, di vestigia del passato che resistono pallide ma tenaci, che si incrostano sulle carcasse dei treni, le stesse da tempi immemori. Un racconto che lascia pulsare l’attesa, si prende tempi lunghi, contemplativi ma mai vuoti, in cui la puntualità cronologica e geografica si apre ad accogliere altri luoghi e altri tempi.

Immagini che entrano in cortocircuito mentre le guardo in treno, il dvd che gira rumoroso nel vecchio pc. La potenzialità che era ancora solo un timido desiderio diventa concreta, urgente: un viaggio con le immagini, dentro le immagini, che possa durare una vita intera.