Le meraviglie è decisamente il film che mi ha attratta al cinema di Alice Rohrwacher e lo ha fatto in un modo assolutamente sensuale, nel senso aptico del termine. È un film con cui riesco a sentire il profumo delle piante di pomodoro e il calore del vento d’estate. Le meraviglie mi riconcilia con gli accenti del centro Italia a me familiari, con la centralità della casa e con quelle pratiche strambe proprie di ogni famiglia, come il dormire tutti insieme all’aperto nello stesso letto di coperte.

Già dalla prima visione, Rohrwacher mi lasciò con molte domande che ho poi esteso in un progetto di dottorato. Le meraviglie mi ha spronato a ricercare l’origine di quello stupore felliniano e semi-circense che ho cercato incontenibilmente di definire, come nel lento piano sequenza in cui Gelsomina scopre un cammello nel cortile.

Il tempo cambia il nostro modo di “vedere” e, con esso, evolvono le nostre ossessioni. Tuttavia, qualche film ogni tanto riesce anche a mettere radici.