L’incanto per Rocco e i suoi fratelli di Visconti nasce da una lezione di Lino Micciché che, all’Università di Roma Tre, a lungo si sofferma sui campi-controcampi di Rocco (Alain Delon) e Nadia (Annie Girardot) che, al tavolino di un bar di Livorno, dove lui è di leva e lei reduce da un anno di detenzione, si innamorano. Un episodio di commovente suggestione lirica, come scrive Micciché nel 1996, per il quale le ripetute visioni, durante le mie lezioni all’Università per Stranieri di Siena, non hanno mai attenuato l’emozione. Complice lo sguardo di Girardot che gioca con gli occhiali da sole, li abbassa sul naso, si copre gli occhi, li tiene in mano, si picchietta il mento. Suggestivo il tema musicale di Rota dedicato a Nadia, alla quale si adattano anche i versi di É vero di Umberto Bindi, appena udibili più avanti nel film, se è vero che tra la folla incontra Rocco, vi si affida come a un angelo, forse intravede una luce nella nebbia della sua esistenza a Milano, città con cui spesso la si identifica.

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