Tra i primissimi esempi di globalizzazione delle comunicazioni, il film Der Tunnel (1916) costituisce un caso multimediale di popolarizzazione eroica nella prospettiva socialista austro-tedesca. La première berlinese del 1915, da un bestseller dello scrittore tedesco Bernard Kellermann, fu a Trieste (ancora radiosa città austro-ungarica, pur in guerra) cinematografica prima che letteraria: qui il film fu proiettato nel 1916 come preparazione pubblica alla lettura dell’omonimo romanzo d’appendice (quasi un cinéroman). La conclamata ‘sensazionalità’ del film è attribuibile alla sua portata propagandistica. La denuncia allo sfrenato capitalismo americano si cela dietro al colossale progetto dell’ingegnere americano Mac Allan di congiungere l’Europa con l’America mediante lo scavo di una grandiosa galleria suboceanica nella quale un treno avveniristico avrebbe collegato le due sponde, ma durante i lavori accade una catastrofe e migliaia di operai muoiono (come non pensare a Metropolis); tuttavia Mac Allan non molla e dopo 26 anni il treno percorre il tunnel in 24 ore. E per celebrare il trionfo del lavoro umano il regista glorifica l’inaugurazione del treno suboceanico trasmettendo l’evento da una futuristica televisione su schermi giganti nelle piazze di tutto il mondo. Eco dei tentativi statunitensi (allora falliti) di creare la più importante rete radio mondiale

Immagine tratta dalla copia del film Der Tunnel, conservata presso il Filmmuseum München. La copia restaurata è stata proiettata alle Giornate del cinema muto di Pordenone nel 2015. Ringrazio la Cineteca del Friuli/Archivio Cinema del Friuli Venezia Giulia per avermi messo a disposizione una copia del film.