Doveva essere l’estate del 1975… in ogni caso non credo che avessi più di 12 anni. Vicino all’albergo dove ero in vacanza c’era un’Arena estiva. Qualche volta ci andavo da solo e quella sera, fatale, davano A qualcuno piace caldo. Non saprei dire perché andai a vedere anche quel film… a Firenze, dove abitavo, andavo spesso al cinema e soprattutto con mio padre, cinefilo. Forse mi colpì il manifesto? Non sapevo ancora nulla di Wilder e di Marilyn e di Curtis e Lemmon, ma quando uscii dalla proiezione ero emozionato e su di giri, ammaliato dopo che avevo riso a crepapelle e appassionato anche al lato avventuroso che il film contiene. E poi avevo visto lei, Zucchero Kandinsky e anni dopo acquistai una foto che la ritrae in privato. Da qualche anno dopo in poi, quando scoppierà definitivamente la mia passione per il cinema, lei rimarrà per sempre nel mio cuore. Sarà la donna cinematografica della mia vita e Wilder uno dei miei adorati, un principe, come Truffaut diceva di Lubitsch.