Giornate del Cinema Muto (Pordenone, VI ed., 1987). Roscoe “Fatty” Arbuckle cade: la platea ride. Fatty esce dalla fila dei cops sennettiani e, dal 1917, si mette in proprio. Ma non lavora da solo. Per generosità o per struttura dello slapstick si accompagna volentieri con Buster Keaton e con Al St. John (suo nipote). Gambe arcuate, sorriso ebete, smorfie, Al St. John fa spesso la parte dello Zotico. Tratto direttamente dal vaudeville, Al St. John è destinato al ruolo, perdente, di diretto antagonista di Fatty (la posta: una donna); Keaton a quello di comparsa, almeno fino al 1919. Al St. John è un magnifico acrobata; se prende una pedata nel sedere è capace di volare, letteralmente, lungo l’orizzontale del quadro, per planare su un tavolo, ancora tutto intero. Quanto a Keaton, nelle medesime circostanze, si produce in un salto mortale, oppure, preferibilmente, cade a gambe levate (il suolo dei teatri di posa è perennemente sdrucciolevole, forse a causa della crema versata). Quando Fatty, St. John e Keaton si trovano insieme formano un terzetto intento all’attività prediletta: mettere a soqquadro il set. Come nel travolgente The Bell Boy (Comique, due rulli, 1918). Questi tre corpi, o piuttosto questo corpo impossibile (trino e uno) si presenta con una incongruenza figurativa enigmatica, o solo enegmistica: che ci fa una palla di lardo con due atleti, uno triste e l’altro scemo?*

Il film è un rebus. In certe Giornate. Certe sere.

___________________

* Soluzione – Fatty: St. John buster.