Un lupo mannaro americano a Londra di John Landis ha dato forma a una personale versione controfattuale della storia del cinema, durata circa dieci anni. Lo vidi alla fine degli anni Ottanta, in televisione, a sei o sette anni. I miei genitori, notando la mia crescente inquietudine, mi mandarono a dormire dopo il primo tempo. Passai la notte sveglio, terrorizzato. Il mattino seguente la situazione non era cambiata. Irrazionale, paralizzante paura dei licantropi. I miei genitori, tentando di farmi elaborare il trauma, idearono una complicata macchinazione che consisteva nel raccontarmi che durante il secondo tempo si veniva a scoprire che l’intera trama horror era una burla e che il film finiva con i protagonisti invitati a una grande cena a bere e ridere. Non so spiegarmi come, ma funzionò. Rividi il film circa dieci anni dopo, con stupore e incredulità crescenti. Oggi mi chiedo spesso quali film, tra quelli che credo di aver visto, vivano nella mia mente in una versione alternativa.