Sono stati senz’altro gli Straub i responsabili e Sicilia!, in particolare. Di fronte a quello sguardo imperturbabile tra un arrotino e Lui nella piazza di Grammichele, mi sono stupita innanzitutto di vedere che la mera trascrizione sullo schermo di un romanzo, Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini (1941), potesse realmente e bazinianamente diventare un magnifico “film-film” (per dirla con Jean-Marie). Per il resto probabilmente non ci ho capito nulla, se non che era indispensabile modificare le premesse del mio pensiero per scendere a patti con quel doloroso senso di generale incomprensione che mi assaliva puntualmente durante la visione di Sicilia!. Forse tutto ciò era provocato dall’inattualità di un’arte libera. Resta comunque il fatto che da quel momento non ho mai più smesso di cercare, tra i volumi e tra le carte, una convincente risposta all’inspiegabile e fortiniana “assenza” delle pellicole straubiane.