Al cuore Ramón. Mi riecheggiano in testa, con la mia voce di bambino, le parole che Joe-Clint Eastwood indirizza a Ramón-Gian Maria Volonté. Nella mia infanzia la trilogia del dollaro è stato “il” cinema. Lo era nella sua proiezione materiale: gli oggetti di casa associati al cinema che ben ricordo venivano da lì: il poncho alla “sigarino” è stato la mia (unica) maschera di carnevale; il marranzano di mio padre divenuto spesso il pass-partout sonoro per provare a ricomporre le atmosfere morriconiane. Ma cinema lo era anche nella sua proiezione immateriale: l’iconico monito di Joe a Ramón mi richiamava un’etica potente che la lastra crivellata di colpi sotto il poncho rendeva tangibile alla mia coscienza abbozzata di bambino. Se torno oggi a quei film con l’occhio critico di chi quei congegni mitopoietici cerca di decifrarli, non posso che interrogare ancora quel bambino. Sta forse lì, oltre la coltre delle conoscenze acquisite, la possibilità di intuire davvero i segreti del cinema.