Bachelard diceva che «la fiamma di una candela è un mondo per l’uomo solo». La scena della candela nella piscina di Santa Caterina a Bagno Vignoni in Nostalghia spicca per intensità anche in una cinematografia densa di immagini memorabili come quella di Tarkovskij. È un lungo piano sequenza che descrive un atto di fede (quello del personaggio Gorčacov, convinto che se avesse completato la traversata mantenendo accesa la fiamma della candela avrebbe salvato il mondo) ma che è anche l’espressione concreta di un altro atto di fede, quello di Tarkovskij verso il cinema. La verità, ci ha insegnato Hegel (e prima di lui Eraclito e prima ancora Giobbe), non è nell’istante ma nel fluire del tempo. In quei sbalorditivi nove minuti di ripresa continua Tarkovskij afferma con forza che c’è una verità nel cinema e che questa verità coincide con la bellezza che, secondo la nota profezia del Principe Miškin, salverà il mondo. La solitudine e la salvezza sono tutte in quei nove minuti di cinema.

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