Nella mia mente è un ricordo ancora indelebile la prima volta della visione in una sala cinematografica de L’avventura di Michelangelo Antonioni. Avevo ovviamente già visto il film, da studente delle superiori, in maniera indipendente, e successivamente da matricola universitaria. Tuttavia il grande schermo ha trasformato qualcosa che già amavo, in un oggetto privato, intimo e profondamente interiorizzato.  Quella sera, alla Cinémathèque française, su uno schermo di tredici metri, non ho solo capito meglio l’opera di un autore, ma ho compreso la vera potenza del cinema. I primi piani di Monica Vitti, e la sua voce che risuona al grido di ‘Anna!’, mi hanno accompagno quella notte di ritorno a casa e per tante altre notti successive, fino ad oggi.