Da qualche tempo, ogni volta che rivedo o ripenso a un film che ha segnato la storia della mia vita, mi assale una certa malinconia. È come se scivolassi dentro uno stato di puro rimpianto nostalgico, in cui le immagini e i suoni si danno come tracce di una felicità intravista, ricordo della fuga nel mondo immaginario.

Non citerò quindi un particolare film, bensì un momento preciso all’interno di un film che rappresenta il sentimento che oggi mi lega a tutti i film della mia vita. Nel finale di La La Land, nell’attimo dell’incontro casuale o forse predestinato tra i due protagonisti, prende forma la loro vita non vissuta, ma immaginata, la sintesi perfetta tra un desiderio risvegliato e il dispiacere dell’incompiutezza. A conclusione di questa evasione che colma simbolicamente l’impotenza della realizzazione, cogliamo senz’altro intensità e trattenuta commozione, ma più di ogni altra cosa gratitudine. È con questo sguardo che voglio accogliere le emozioni del mio passato al cinema.