Settembre 1993. Notte. Bagliori provenienti dalla tv. Immagini immerse nell’ocra.

Una ragazza attraversa a piedi la piazza di una città durante una manifestazione. Ha degli spartiti in mano. Si scontra con un uomo, gli spartiti cadono a terra. Li raccoglie e continua a camminare. Qualcosa cattura la sua attenzione. Non i manifestanti, non la camionetta della polizia che le passa dinanzi. Bensì un gruppo di turisti intenti a salire su un autobus. Tra loro nota una ragazza, del tutto identica a lei.

Stacco. Prima piano del volto della protagonista, smarrita, sorpresa, meravigliata.

Stacco. Dall’interno dell’autobus, “l’altra ragazza” sembra ora scattarle una fotografia. Mentre l’autobus si allontana, i loro sguardi si incrociano. Ecco la scintilla.

Più tardi scoprirò che quel (doppio) volto è di Irene Jacob. Che quella piazza si trova a Cracovia. Che il film si intitola La doppia vita di Veronica (1991), di Krzysztof Kieślowski. Una rivelazione sulle possibilità del cinema.