Il carrello rettilineo che avanza inesorabilmente lungo il corridoio di un tipico interno borghese del quartiere Prati a Roma…

La “visione immersiva” con cui Ettore Scola cala lo spettatore nella Storia e nelle storie raccontate in La famiglia (1987) è una delle immagini che più immediatamente si affacciano alla mente quando ripenso alla mia passione per il cinema e ai motivi per cui essa, dai tempi del liceo, si è rapidamente imposta tra gli altri interessi giovanili. Pur già attratto all’epoca dalle prime “mirabilia” della computer grafica, ricordo di essere stato letteralmente rapito dall’essenzialità tecnica di quel movimento di macchina che, scandendo ciascuna tappa della vicenda raccontata, rappresenta nel film il fatale pendolo dell’orologio della Storia. Così è avvenuta per me la scoperta delle straordinarie potenzialità tecniche e insieme teoriche del cinema, un dispositivo mirabilmente capace di dare forma (audio)visiva al Tempo e alla Memoria.

 

 

 

 

 

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