Il mio ricordo cinematografico più antico non riguarda tanto l’esperienza spettatoriale, quanto piuttosto il versante della produzione. Avevo circa 3 anni ed ero in casa con i miei quando d’improvviso la quiete del quartiere tranquillo in cui abitavo fu rotta da grida ed esplosioni provenienti dalla strada. Quando chiesi spaventato cosa fosse quel frastuono mia madre mi spiegò che stavano girando un film e mi prese in braccio per mostrarmi dalla finestra la scena. Era La banda Casaroli: per una singolare coincidenza il famigerato bandito bolognese era vissuto nella mia stessa via e il regista aveva rispettato fedelmente la topografia degli eventi, ambientando l’inseguimento e la sparatoria finale nel quartiere della mia infanzia. Molti anni dopo, vedendo finalmente il film di Vancini, sono rimasto fortemente colpito dalla sua immagine di Bologna, al tempo stesso familiare ed estranea, popolata da figure spettrali che camminano sotto i portici avvolte in una nebbia ferrarese.

0