Un bimbo in un cinema con sua madre. Il film proiettato è ipnotizzante. Quanto sta accadendo nel bosco che si vede, lo si intuisce appena, così come non chiaramente si distinguono le figure che vi si muovono. Dettagli e silhouette dei loro corpi – insieme alla musica, cupa e magica a un tempo, che presto si sente – fanno immaginare cose strane che il bambino in sala non vede l’ora di scoprire. Ci vorranno ancora poche sequenze prima che ciò accada, quando di quelle creature in giro ne rimarrà solo una, dimenticata dalle altre, e un ragazzino, poco più grande di quello che guarda rapito, la andrà intenzionalmente a cercare. Il faccia a faccia tra Eliott ed E.T., le loro urla di sorpresa e paura, lo svelamento, finalmente, della creatura, tutto questo mi terrorizzò: scoppiai a piangere, volli uscire dalla sala. Una volta calmato, rientrai e vidi il film della vita, che mi fece brillare il cuore e regalò la paura più bella, la cui natura e forza ho dedicato la vita a indagare.