La proiezione prevista per il corso di Storia del cinema italiano era iniziata già da diversi minuti. Entrai nell’aula titubante e imbarazzato per il ritardo, con gli altri studenti a lanciarmi sguardi di rimprovero e curiosità. Sullo schermo Silvana Mangano danzava uno scatenato boogie woogie. Attorno mondine, ladri, piccoli gangster: una scena sensuale, un erotismo laico, quasi pagano, libero dei classici schemi etico-religiosi. Siamo nell’immediato dopoguerra, anni in cui i modelli di comportamento diffusi dalla società americana si incontrano/scontrano con la tradizione contadina. Un contatto tra culture, quella consumistica e quella rurale. La mia mente si riempiva di domande: quelle immagini mi portarono a riflettere sul sogno di benessere e le contraddizioni che potevano vivere le donne e gli uomini di quel tempo, il loro sospirare e credere nella ricchezza, l’assorbimento di un nuovo stile di vita e la lenta perdita delle appartenenze di classe… Il mio rapporto con il cinema nasce in quel momento. Da allora ogni volta è un breve ma profondo viaggio tra diverse chiavi di lettura della storia e della società, con visioni ed immagini a dischiudere nuove possibilità interpretative del reale.

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