Da adolescente ‘maschiaccio’, guardavo i western con mio padre in televisione, e con lo stesso spirito seguivo le partite di calcio: non credo mi piacessero veramente, ma mi piaceva l’entusiasmo che suscitavano in lui. Immagino che lì sia successo qualcosa di irreparabile quanto al mio modo di impostare il rapporto con l’altro sesso, tutto sulla base di passioni condivise; se non altro, avevo notato la differenza fra cinema e intrattenimento. L’Università me l’avrebbe confermata, e di nuovo la televisione, non più nei pomeriggi estivi, ma nelle notti Fuori orario illuminate dalla sua luce azzurra. Molti film scoperti allora hanno lasciato segni indelebili, eppure fu ancora una condivisione, questa in volta in sala e con l’anima gemella, a risultare, a conti fatti, fatale. Vedere Blow-up fu come subire una stregoneria. Hemmings rovista con gli occhi dentro le fotografie alle pareti e l’incantesimo si compie: che cos’è lo sguardo e che cos’è l’immaginazione? Come si distingue dalle altre materie prime, vento, luce, foglie? E che cosa cerca il mago nell’immagine? Solo ciò che non ha visto o non ha riconosciuto; ciò che ha perso.