Posso collocare cronologicamente la prima consapevolezza della potenza del cinema nella mia vita solo in modo impreciso. Ma non ho dubbi sul film che l’ha suscitata: Barry Lyndon. Doveva essere circa il 1983-84. Io, dodicenne in fase pre-cinefila, sono in una sala di seconda visione (esistevano ancora). Mi ci ha portato mio padre, che ha già visto il film di Kubrick negli anni Settanta e teme che sia inadatto a me per ritmo narrativo e argomenti trattati. Invece è amore a prima vista. Trovate istintivamente avvincenti la parabola rise and fall dell’antieroe e la faida familiare che essa contiene (pestaggi e duelli tra patrigno e figliastro inclusi), la semplice “forza” delle immagini deve aver fatto il resto. Non sapevo ancora nulla di rapporti tra spazio diegetico e spazio iconico o di effetto-dipinto. Tutto ciò sarebbe venuto dopo. Non so quindi dire se Barry Lyndon sia il film che amo di più: senz’altro – assieme a Guerre stellari – è stato quello che ho amato più a lungo.

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