Sono infinite le tracce visive che saltano alla memoria ripercorrendo gli anni della formazione. Il corso su Welles alla Statale di Milano: la sequenza al luna park di The Lady from Shanghai e noi seduti sbalorditi sui gradoni dell’aula 211 di via Festa del Perdono. Il corso su Leone dove ho visto per la prima volta Per un pugno di dollari. Il volto di Jean Seberg in Bonjour tristesse, nell’aula 39 di Palazzo Nuovo a Torino. Ma anche tutto il cinema di Ferreri, e in particolare Tognazzi e Girardot che avanzano per un vicolo affollato mentre lei intona La novia (La donna scimmia). Forse, però, la vera madeleine è rappresentata da di Fellini: intravisto da bambino, ritrovato da adolescente in VHS, mai dimenticato. La rumba della Saraghina, le terme, “Asa Nisi Masa”, la sequenza finale, sulla marcia di Rota: tutti i personaggi raccolti nel girotondo forse salvifico o risolutore, che lascia spazio ai clown e a un bambino con il flauto, vestito di bianco, che esce di scena per ultimo. E si spengono le luci.